14/03/15

Può la musica Colta incontrare il pubblico del rock?

Volete mettere spalle al muro con la musica Colta un qualsiasi rocker o metallaro o bluesman o tunzettaeo? Ecco la ricetta.

La Passacaglia è una tipologia di composizione basata su variazioni continue. Una di quelle composizioni che necessitano di tanta fantasia, tecnica e così via (è così un po' per tutte le composizioni, ma non tutte richiedono gli stessi livelli di capacità o doti).
Detto questo, ho proprio voglia di condividere con voi questa Passacaglia famosissima (provate ad ascoltare e ditemi se non è così), perché in questa, oltre a fantasia e tecnica ci fu tanto, tantissimo gusto musicale. E ancora più gusto c'è, nell'averla interpretata in questo modo. Mostruosi!

E' vero che quando ti occupi di musica devi sempre studiare e ristudiare (due maroni in pratica), ma se poi incappi in sorprese simili, allora capisci che forse ne vale la pena. Loro sono Jiulia Fischer e Daniel Muller-Schott. Eccellenti e fighi!  


03/03/15

HAYDN – SINFONIA 101 “PENDOLO” ANALISI ARMONICA

ESPOSIZIONE 

[_______________________________1° Gruppo tematico = Re Maj_____________________________] 


[________________Ponte modulante = Mi min (bb.50-56); Re Maj(bb56-70)______________________] 


[__________________________2° Gruppo tematico = La Maj (bb.70-122)________________________] 


[_____________Codette = La Maj_____________] 



SVILUPPO 

[_Sviluppo = La Maj (bb.122-150); Do Maj (bb.150-162); Re min (bb.162-168); Si min (bb.168-203); Sol Maj (bb.203-215)_] 



RIPRESA 

[_________________________1° Gruppo tematico Re Maj (bb.215-235________________________] 


[_____________________________Transizione = Re min (bb.235-251)___________________________] 


[______________________________2° Gruppo tematico = Re Maj______________________________] 
   

Il Primo Movimento di questa sinfonia si apre con un Adagio in Re min, con il consueto percorso Tonica – Dominante; come spesso accade negli Adagio, l’armonia presenta molte cadenze sospese e dominanti secondarie. Infatti notiamo che l’accordo di tonica di Re min si presenta soltanto a b.16, per poi ripresentarsi ancora dopo cinque battute (b.21). Le risoluzioni interne sono sempre su altri gradi della tonalità in questione, nello specifico sul III grado. Le ricorrenti risoluzioni sul Fa Maj che notiamo da b. 8 a b. 12 fanno pensare - complice anche la corona a b.12 - ad una modulazione alla relativa maggiore della tonalità d’impianto. Tuttavia si è preferito non considerarla una modulazione per via della sua breve durata. L’Adagio si chiude con un accordo di dominante lungo due battute (la seconda con una corona) che trova la sua risoluzione sulla Tonica della tonalità di Re Maj, tonalità “ufficiale” della Sinfonia. 
Come possiamo notare, il percorso armonico dell’Esposizione parte dalla tonalità principale che copre tutto il primo gruppo tematico; nel ponte modulante (come di consueto e come dice il nome stesso) inizia invece la modulazione alla tonalità di dominante. Per fare questo l’autore si sposta prima su una tonalità vicina (relativa minore della Sottodominante); poche battute che servono ad introdurre una semplice nota, il Re diesis che allontana la percezione dal contesto di Re Maj. Quando si giunge nuovamente alla tonalità di Re Maj nel secondo gruppo tematico, il percorso armonico presenta caratteristiche differenti da quelle del primo gruppo, infatti l’autore si serve di diverse cadenze sospese, utilizzando spesso accordi di dominante secondaria. Sono queste dominanti secondarie che introducono la nota sol diesis che allontana l’ascoltatore dalla tonalità di Re Maj e lo proietta nella tonalita di La Maj. Quella che abbiamo definito dominante di La Maj a b. 70 in realtà inizia già quattro battute prima, con funzione di dominante della dominante nella tonalità di Re Maj, ma è solo a b.70 che assume la funzione di Dominante di La Maj. Il secondo gruppo continua a svilupparsi seguendo un percorso armonico standard di tipo II V I.  
Come possiamo vedere, lo Sviluppo è costituito cinque momenti tonali; quasi tutti sono caratterizzati da percorsi interni semplici, basati principalmente su I e V grado, fino alla tonalità di Si min; da questo momento il percorso diventa più ardito per ritrovare una stabilità a b.203 quando modula in Sol Maj.  
La stabilità raggiunta nell’ultima fase dello Sviluppo continua nella Ripresa, che, non dovendo modulare alla tonalità di dominante nel suo secondo gruppo tematico, presenterà solo una modulazione a Re min per poi ritornare a Re Maj     

Tutelare i propri brani e guadagnare ciò che questi fruttano senza ricorrere alla SIAE si può?

Ha dedicato un servizio anche il servizio del Corriere della sera che si interessa di questo.
Si tratta del nuovo servizio di collecting Soundreef, che in questi mesi continua a farsi conoscere moltissimo attraverso testate on-line e social.

Il funzionamento è molto semplice (un po' quello che vorremmo tutti) e si concentra principalmente su diritti maturati nei concerti e sui diritti maturati all'interno del circuito creato dalla Società in collaborazione con catene di negozi in tutto il mondo.
C'è molto da sapere e riflettere sulle opportunità di Soundreef. Ne discuteremo in un prossimo articolo dedicato.

02/03/15

C'è da fidarsi dello Streaming?

Sembra di sì!
Secondo le ultime analisi (2012) il mercato digitale ha avuto un picco e di conseguenza anche lo streaming.
I dati della Federazione internazionale dell’Industria Fonografica (IFPI) rivelano infatti che le entrate totali dell’industria musicale sono scese, passando da 23,2 miliardi di dollari nel 2004 a 16,5 miliardi nel 2012. Tuttavia la musica digitale nello stesso periodo è cresciuta, passando da guadagni di soli 400 milioni di dollari ai 5,6 miliardi dello scorso anno. (articolo)




06/09/13

CHE COS'E' LA CULTURA?

di Claudio Silvestrelli

Ho sognato di chiedere a mia figlia di disegnare la Cultura e lei ha disegnato una giostra con tanti bambini. Io, che invece avrei disegnato un’immensa libreria, le ho chiesto perché, lei mi ha risposto “Babbo, sei tu che dici che la Cultura è quella magia che ci fa stare tutti insieme!”.
Proprio così, la Cultura non è altro che una vecchia giostra (una di quelle con il “grande volante” al centro, per intenderci), dove tutti salgono e scendono, si guardano e sorridono. La Cultura è nelle esperienze di tutti i giorni: negli I-Pod e nei teatri, nei ristoranti e nei musei, sui muri di città e nelle pinacoteche. La Cultura è la nostra identità, che cambia nel corso dei secoli. Ad esempio noi siamo italiani se mangiamo la pasta ma anche se balliamo il tango, se in un’e-mail ci congediamo scrivendo con affetto ma anche “tvb”; siamo italiani anche se cantiamo Let it be o Mama Lover, perché allo stesso tempo Giuseppe Verdi e Domenico Modugno fanno cantare Va’ pensiero e Volare a tutto il mondo.
Mi rendo conto che la prima cosa da fare in favore della nostra Cultura è difenderla. Come? Parlandone sempre e con ogni mezzo. Quanti personaggi famosi fanno campagne a favore della Cultura? Quante sono le campagne promozionali ad opera del Governo che trattano l’argomento Cultura? Al momento non ne ricordo nessuna. Eppure il Ministero delle Finanze si preoccupa di far girare una pubblicità in cui esorta (giustamente) i cittadini a non evadere le tasse. E il Ministro dei Beni e le Attività Culturali? Fa la dichiarazione più semplice e “corretta” (per usare degli eufemismi) sostenendo che in momenti di crisi non è il caso di chiedere l’elemosina al Ministro dell’Economia. E’ davvero difficile capire perché negli altri Stati europei non la pensano assolutamente allo stesso modo.
Non credo serva colpevolizzare solo le effimere risorse elargite dallo Stato, credo piuttosto che, come in tutte le realtà che vivono problemi, le colpe siano equamente distribuite. I fondi non saranno mai abbastanza se non vengono ben investiti; un teatro di tradizione che ogni stagione deve produrre e mettere in scena una grande Opera lirica, anziché noleggiarne le partiture, potrebbe pensare ad una nuova edizione strettamente connessa alla regia. Certo sarebbe oneroso, ma non quanto il noleggio degli anni precedenti e quelli a venire. Ritengo sia inutile abolire le orchestre stabili, piuttosto bisognerebbe chiedere ai musicisti di suonare di più e non di pretendere di meno. Sarebbe utile che tutte le orchestre provassero a mettere fuori il naso dai teatri e dai conservatori per farsi conoscere da un pubblico più vasto proponendo il proprio repertorio in maniera costruttiva, rinnovandolo continuamente. I teatri non dovrebbero legare la loro esistenza e produttività al proprio status, ma raggiungere il proprio pubblico ovunque esso si trovi: al mare per le ferie, in montagna per la villeggiatura, nelle strade durante la quotidianità.
L’ingrediente più importante resta l’investimento sui giovani, in tutti gli ambiti culturali: scienza, tecnica, letteratura, cucina…arte. Sono davvero tanti, ad esempio, gli artisti in Italia, ai quali non bisogna semplicemente offrire la possibilità di esprimersi al meglio attraverso Rassegne di forte impatto, ma bisogna sostenerli, contribuire alla loro credibilità: ci vuole coraggio ed entusiasmo. Questo è quello che dovrebbe succedere in questi innumerevoli Concorsi o Rassegne, bisogna che il pubblico (seppur esiguo) conosca a fondo gli artisti proposti.
Non importa se i giovani entro i 35 anni non vanno nei musei o al teatro, se i cinema registrano un calo o i concerti non fanno più il tutto esaurito. Vorrà dire che sarà la Cultura a raggiungerli, nei luoghi che amano di più: centri commerciali, parchi, palestre, strade. Da qualche anno ormai questa tendenza esiste e riscuote successo, e allora perché aspettare un evento all’anno? Ci vorrebbero inoltre molti più locali che offrano spettacoli dal vivo. Solo dove c’è fermento culturale possono vedersi grandi risultati. Mentre al DAMS di Bologna si cantavano le canzoni dei Beatles o Pink Floyd, nascevano e crescevano Lucio Dalla, Celso Valli, Fio Zanotti, che a loro volta aprivano la strada a Samuele Bersani, Luca Carboni, fino a Cesare Cremonini, passando dal primo Punk suonato in Italia. La storia della Cultura è piena di fenomeni simili. Gli uomini che fanno Cultura devono guardarsi intorno e raccogliere quanto di buono c’è nel proprio territorio, lavorarlo e fare in modo che tutti lo conoscano.
Sembrerà paradossale, ma la Cultura deve essere vista come un prodotto da introdurre nel mercato. E dunque se la Kinder, prima di lanciare nuovi prodotti, scende in strada a fare sondaggi e far degustare le prove, lo stesso o qualcosa di simile dovrà fare chi vuole sviluppare la Cultura. Se per ora i giovani non vanno a teatro non è perché sono disinteressati, ma perché la loro cultura è in altri luoghi; questo anche grazie alle nuove tecnologie. Bisogna coinvolgerli. E allora perché non realizzare un Così fan tutte di Mozart nei vicoli cittadini? Perché non scrivere favole nuove e rappresentarle nei luoghi di ritrovo dei bambini? Perché non organizzare esibizioni di Hip-hop la domenica mattina in piazza? Tanto per dimostrare che quei ragazzacci che fanno strane acrobazie, in realtà sono degli artisti.
Tutto questo è possibile ma ci vuole molta pazienza e tanta determinazione. Bisogna partire da un principio fondamentale: tutti coloro che operano in ambito culturale, dovrebbero vedersi come passeggeri di un’unica barca e, al tempo stesso, come un ottimo equipaggio della stessa. Spesso mi capita di sentire operatori della cultura (artisti e non) esprimere giudizi negativi sui propri colleghi. Non è così che funziona! Sulla giostra di mia figlia c’erano tutti, e tutti ridevano; per far in modo che la giostra giri più velocemente, bisogna che tutti facciano forza su quel grande perno che sembra un grande volante; e tutti nella stessa direzione.

ENZO JANNACCI CI HA LASCIATI


Grave perdita!!! Qualche anno fa ebbi l'onore di organizzare delle date per lui ... non ne faceva molte, era stanco e il cuore non gli dava molte possibilità. Ma era bello lavorare per lui, senza "capricci da artista", aspettava le comunicazioni dell'agenzia e poi partiva! Grande! Un giorno chiamò la moglie in agenzia e in lontananza si sentiva la voce del cantautore che la esortava a dare la buona novella: era nata la loro nipotina! Quel giorno ho pensato che i veri artisti sono pochi ma continuano ad esistere! I veri artisti sono uomini senza pretese, senza critiche per nessuno ... i veri artisti ci parlano di vita, non vogliono insegnarla, non dispensano consigli. Tuttavia diventano insegnanti senza volerlo! Per fortuna che ci sono! Grazie anche a te Enzo!